La frazione di Vergato chiamata Cereglio, fino agli anni Cinquanta, non era che un raggruppamento di abitazioni e stalle distanti fra loro qualche centinaio di metri.
All'interno del paese la chiesa dedicata a San Biagio, restaurata dopo la seconda guerra mondiale, che conserva una tela raffigurante la Madonna attribuita al pittore Alessandro Tiarini.
Il toponimo Cereglio potrebbe essere di origine romana, mentre un’altra ipotesi è che derivi da Cerere, dea latina, e da Helios (sole in greco) con riferimento particolare alla fertilità del suolo e alla felice esposizione del villaggio. Nelle famose cronache dell’abate Serafino Calindri, infatti, si rileva un basso tasso di “morbilità”, frequenza con cui una data malattia si manifesta nella popolazione, probabilmente dovuto all’utilizzo della oggi famosa “Acqua Cerelia”, la cui sorgente si trova in località Pradavena, una piccola vallata a 755 m. Negli anni ’40 ebbe inizio l’attività di imbottigliamento dell’Acqua Cerelia.
Dal paese partono le "Vie del Sole", 5 percorsi trekking che permettono di esplorare le emergenze naturalistiche del territorio circostante (alcuni sono adatti a tutti, mentre altri sono più tecnici). Non lontano da qui, tra boschi di castagni, sgorga la sorgente Cerelia, le cui acque sulfuree erano già conosciute dagli antichi Romani per le loro proprietà benefiche.
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Cereglio
40038 Vergato




