Rocca dei Bentivoglio

La Rocca di Bazzano è divenuta ormai un vero e proprio simbolo della Valsamoggia, grazie anche alla sua storia che attraversa le epoche, dal Medioevo al Rinascimento fino a oggi. 

Le sue origini risalgono a un periodo antecedente al Mille, quando in tutta l'area padana venivano costruiti castelli e fortificazioni per difendersi dalle invasioni barbariche. Nel 1038, il Vescovo di Modena Guiberto concesse in enfiteusi il castello e la chiesa di Santo Stefano al Marchese Bonifacio di Canossa, padre di Matilde. Dopo la morte di Matilde, il castello tornò a Modena.

Nel corso del tempo, subì varie trasformazioni, e durante l'epoca rinascimentale, Giovanni II Bentivoglio la trasformò in una "delizia" signorile per le vacanze in campagna. L'aspetto attuale della Rocca risale a questa fase rinascimentale. Durante il Rinascimento, la Rocca di Bazzano fu ornata con pitture murali e stemmi, molti dei quali sono ancora visibili oggi. La Sala dei Giganti è la più grande della Rocca e presenta colonne architettoniche con paesaggi e figure di armati. Altre sale, come la Sala del Camino, la Sala dei Ghepardi e la Sala delle Ghirlande, presentano motivi decorativi e stemmi dei Bentivoglio e degli Sforza. Nel corso della sua storia, la Rocca di Bazzano ha svolto diverse funzioni; fu utilizzata come sede del Capitanato della Montagna, come testimoniano i documenti conservati nell'Archivio dei Capitani e dei Vicari del Comune. Nel corso dei secoli, l'edificio ha ospitato diverse funzioni, tra cui carcere (dove, nel giugno del 1799, fu imprigionato il poeta Ugo Foscolo), teatro (nella Sala dei Giganti), caserma, scuola e abitazioni private, fino agli anni '60.

Oggi è parte del patrimonio storico e culturale della Regione e da sempre è stata al centro delle vicende storico-culturali della Valsamoggia e al suo interno si trova la sede del museo civico archeologico Arsenio Crespellani.